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Le pareti di sesto grado

Fiorenza De Donatis in concerto
17 ottobre | 20.45

Fiorenza De Donatis, violino
Biber, Bach, Telemann
A cura di Giuseppe Clericetti

Fiorenza De Donatis, musicista di fama internazionale, violino di spalla dei Barocchisti, vincitrice del primo premio al prestigioso Concorso di musica antica di Bruges (2002), direttrice dei Concerti delle Camelie a Locarno, affronta, sotto le stelle di Piazza del Sole a Bellinzona, due‘Sesti Gradi’ violinistici, che portano alle più alte vette dell’Himalaya musicale: la seconda Sonata e la seconda Partita della raccolta di Sei Solo a Violino senza Basso accompagnato, così denominate da Johann Sebastian Bach sulla partitura autografa del 1720.
Insieme alle sei Suites per violoncello, siamo qui in presenza di alcune tra le composizioni più alte concepite dal pensiero umano, summa dell’estetica del periodo cosiddetto ‘barocco’.
La Sonata ci offre, nel secondo movimento, un mirabile esempio di come si possa costruire con un materiale scarno e attraverso uno strumento eminentemente monodico, un contrappunto di elevata complessità, in una delle fughe più vaste mai scritte da Bach. La Partita termina con una Ciaccona: costruzione gigantesca basata su quattro note contigue discendenti, quasi emblema della musica del Sei e Settecento, sinonimo di un vero topos, quello del ‘lamento’.
Pochi compositori, dopo l’esempio di Bach, si arrischieranno a comporre brani basati su un basso ostinato, come se Bach abbia esaurito le possibilità insite in quelle quattro note.
Il programma di Fiorenza De Donatis è completato dalla Passacaglia di Biber, che utilizza le stesse quattro note della Ciaccona di Bach, e da una Fantasia di Telemann.

Graziano Martignoni

(Locarno, 1948), psichiatra, professore alla SUPSI; ha insegnato psicopatologia generale presso l’Università di Friburgo. È stato docente presso le Università di Palermo e dell’Insubria; vice-presidente della Fondazione Sasso Corbaro. Ultimi lavori: Pensieri nella brezza dei giorni, (Armando Dadò Editore, Locarno, 2019), Quando la domenica imbruniva, Armando Dadò Editore, Locarno, 2020; (con John Gaffuri) Vita alla Vita, Armando Dadò Editore, Locarno, 2020 .

Stefano Vassere

(Lugano, 1962) è direttore delle Biblioteche cantonali e del Sistema bibliotecario ticinese. Esperto di linguistica e letteratura, è stato anche responsabile del «Repertorio toponomastico ticinese». Ha studiato all’Università di Zurigo, dove ha ottenuto la licenza (1987) e il dottorato (1991) in linguistica generale. È docente di Teoria dei linguaggi e di Sociologia dei processi culturali e comunicativi nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano.