Non è solo una questione di staccionate, fili spinati, muri o dogane: ci sono confini che stanno al di fuori di noi, e altri, invece, che si nascondono al nostro interno. In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, segnato nella cronaca quotidiana da un ritorno a frontiere sempre più infiammate, non si può quindi non tornare a riflettere sulla modalità con cui l’essere umano, da sempre, ha delimitato il proprio spazio. Dei confini fatti per essere superati sulla spinta di desideri di libertà, sete di conoscenza o di socialità, ma anche dei confini-barriere, posti a difesa della propria incolumità o a protezione del proprio perimetro di vita.
Tra apertura e chiusura, tra mare e muro, insieme a Massimo Recalcati esploreremo le zone intermedie, dove i confini diventano permeabili, favorendo quegli scambi che ci arricchiscono intimamente. Ci interrogheremo su come, da un lato, l’irrigidimento del confine e un eccesso di appartenenza possano portare a una claustrofobia fatta di conformismi e massificazioni; e dall’altro lato su come l’eccesso opposto, quello di una libertà senza limiti, comporti il rischio di procurare la recisione di ogni tipo di radice e la perdita del sentimento di identità. Grazie agli strumenti offerti dalla psicoanalisi, attraverseremo gli snodi fondamentali e i paradossi che caratterizzano la vita psichica degli individui, dei gruppi umani e delle istituzioni, cercando quei punti di equilibrio tra libertà e responsabilità, tra storia e avvenire, tra vita privata e vita collettiva; nella speranza di ritrovare quel collante umano fondamentale che è la solidarietà.
Modera l’incontro Lorenzo Buccella, giornalista culturale presso la RSI.