Quale alchimia ha fatto sì che, ad un certo punto della storia, Parigi diventasse una calamita per intellettuali, scrittori, musicisti e artisti venuti da ogni parte del mondo? Che cosa le ha permesso di trasformarsi nell’epicentro dell’arte mondiale, in una fitta trama di incontri e passaggi di testimone, profonde rivalità e collaborazioni fortuite? In sintesi, che cosa l’ha resa, come scriveva Gertrude Stein, il luogo «dove bisognava essere per essere liberi»?
Insieme Jacopo Veneziani, giovane storico dell’arte e divulgatore, faremo un viaggio indietro nel tempo per immergerci nell’epoca delle avanguardie e degli atelier sgangherati di Montmartre, che hanno visto nascere i colori infuocati di Matisse, le forme scomposte di Picasso e le figure allungate di Modigliani. Durante la Prima Guerra Mondiale, osserveremo il proliferare dell’arte nei locali clandestini, aperti tutta la notte nonostante il coprifuoco. Riemergeremo a pace fatta e assisteremo a una cena memorabile presso l’Hotel Majestic, dove – per la prima e unica volta – si riunirono intorno allo stesso tavolo Igor Stravinsky, Pablo Picasso, Serge Diaghilev, James Joyce e Marcel Proust. Nel 1940, nella Parigi libera e spregiudicata, rifugio per chi fuggiva dalla Germania di Hitler, finiremo in un incubo: l’occupazione nazista. Ci intrufoleremo negli atelier degli artisti che scelsero di restare, sbirceremo nei musei, impegnati a documentare i furti di opere compiuti dai tedeschi, e ci siederemo al Café de Flore, dove Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir davano vita a quell’esistenzialismo di cui Alberto Giacometti catturò l’essenza nelle sue figure gracili e allungate.
Genere: spettacolo contemporaneo d’arte
Durata: 1 ora e 30 minuti, senza intervallo
Testo: Jacopo Veneziani e Nicoletta Lazzari
Scenografie e live painting: Gabriele Pino
Musiche: Antonio Rimedio
Regia: Pietro Grandi
Produzione: Corvino Produzioni in accordo con The Italian Literary Agency