Il Metaverso, di cui tanto si comincia a parlare, per le sue caratteristiche e per l’opportunità di essere anche concretamente vissuto e abitato, non è semplicemente una mappa o un modello dell’universo fisico, ne è invece il “gemello digitale”.
Questo modo di definirlo evidenzia il fatto che abbiamo a che fare con uno spazio d’interazione che fa convergere la dimensione fisica e quella virtuale: parlare di gemelli significa che non siamo di fronte a una semplice rappresentazione o simulazione, ma a un flusso bidirezionale di dati che genera un’interconnessione tra le due dimensioni.
L’Internet delle cose, cioè il processo di connessione a Internet delle entità fisiche, è basato su sensori che trasmettono al gemello digitale i dati del mondo fisico, e su attuatori che attivano i comandi inviati dal mondo digitale. I flussi di dati che si generano in questo modo non riguardano semplicemente l’effettualità – ovvero quanto accade in tempo reale – ma elaborano anche scenari possibili, mettendo a disposizione informazioni funzionali ad aiutare gli utenti a selezionare le proprie azioni sulla base delle raccomandazioni del gemello digitale.
Abbiamo così una connessione tra il mondo della realtà in tutte le sue manifestazioni e il mondo della tecnologia, che non è un semplice accostamento binario, bensì il risultato della capacità dei mondi possibili, creati dalla cultura, di retroagire sul mondo in cui viviamo, arricchendolo: ed è proprio in questo senso che si parla, appropriatamente, di realtà aumentata.
Durante la conferenza saranno letti testi e poesie inerenti al tema dell’ombra e dell’inconscio, a cura di Sara Pellegrini.
Evento promosso in collaborazione con il Circolo di cultura Bellinzona