Che cos’è un confine? In che cosa consiste – e da che cosa dipende – l’ambivalenza di questa categoria, di cui ci serviamo ogni giorno per definire noi stessi e il mondo in cui viviamo?
Sul colle leopardiano de L’infinito – celebre lirica sulla quale si costruisce l’immaginario dell’uomo moderno – la siepe che nasconde all’osservatore la linea dell’orizzonte è, certo, un ostacolo, un confine visivo; ma non è anche, al tempo stesso, uno stimolo straordinario all’immaginazione, al sogno e alla poesia? Il muro che circoscrive, protegge e custodisce è garanzia di stabilità, di sicurezza. Ma che cosa ha significato, nel corso della storia geopolitica dell’umanità, trovarsi ‘al di là o al di qua di un muro’? Nell’epoca dei grandi flussi migratori, il confine non è forse la massima rappresentazione delle barriere (fisiche ma anche astratte, culturali) che attraversano la società contemporanea?
Questi e molti altri sono stati gli interrogativi al centro della prima edizione di Sconfinare Festival, un evento nuovo, fresco e contemporaneo, attraverso il quale la Città di Bellinzona intende invitare il pubblico a riflettere e, insieme, a sconfinare nel mondo delle arti, della musica, del cinema e dell’improvvisazione.